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Dotazioni impiantistiche dell’unità abitativa secondo il Capitolo 37 della Norma CEI 64-8

Con l’introduzione della settima edizione della Norma CEI 64-8 sono entrate definitivamente in vigore le prescrizioni in materia di prestazioni degli impianti domestici. L’approccio attuale alla progettazione degli impianti elettrici in ambito residenziale è stato inizialmente introdotto dallavariante V3 della Norma CEI 64-8 (sesta edizione) pubblicata il 31 gennaio 2011 con validità dal 1° settembre 2011.
La settima edizione della Norma CEI 64-8 ha introdotto un capitolo tutto nuovo, il “Capitolo 37 – Ambienti residenziali. Prestazioni dell’impianto”, che contiene prescrizioni e raccomandazioni relative alle prestazioni dell’impianto elettrico, aggiuntive a quelle relative alla sicurezza indicate nelle parti generali già esistenti nel corpo normativo.
Una novità. Le precedenti edizioni rimandavano, per la progettazione e realizzazione degli impianti elettrici in ambito residenziale, alla parte settima della Norma, o eventualmente a guide specifiche (sempre del CT64). Ora vengono  prescritti, in funzione delle caratteristiche dell’unità abitativa, dotazioni minime impiantistiche (quantitative), che dovrebbero garantire la fruibilità dell’impianto elettrico.
Questo aspetto è stato da subito ferocemente attaccato dagli operatori, perchè considerato una limitazione dell’accordo tra impiantista e committente. A prescindere da queste ultime considerazioni, scopo di questo articolo è di illustrare il contenuto del Capitolo 37, cercando di fornire consigli per la sua applicazione.

Ambito di applicazione
Le indicazioni contenute nel capitolo 37 della Norma CEI 64-8 si applicano alle nuove costruzioni e in occasione di rifacimenti completi degli impianti, nel contesto di ristrutturazioni edili, che prevedono cioè la possibilità di intervenire sulla struttura, per eventualmente realizzare nuove tracce. Sono esclusi in ogni caso gli impianti installati all’interno di unità immobiliari di edifici pregevoli per arte e storia (soggetti al DLgs 42/04).[art. 37.1]

Dimensionamento dell’impianto
Come anticipato, nonostante la norma affermi che “il dimensionamento dell’impianto elettrico è oggetto di accordo tra il progettista, l’installatore e il committente”  [art. 37.2],  sono prescritte le dotazioni minime (sotto forma di tabella) secondo tre livelli di dotazione crescenti:

Livello 1: “base” definito come dotazione minima prevista dalla Norma CEI 64-8;
Livello 2: “standard” con impianti con maggiori dotazioni;
Livello 3: “domotico” con impianti ampi ed evoluti.

Le diciture “base”, “standard” e “domotico” sono quelle utilizzate da ANIE, ma ognuno le può chiamare come vuole. Il primo livello è obbligatorio per la conformità dell’impianto alla Norma CEI 64-8 e garantisce all’utilizzatore un impianto con un livello funzionale ritenuto sufficiente dal normatore. La scelta facoltativa di realizzare impianti di livello due e tre consente di valorizzare impianti con prestazioni più elevate del minimo necessario e possono servire tra l’altro a valorizzare l’intero immobile. Le dotazioni dei vari ambienti, relative ai tre livelli, sono illustrate nel dettaglio nelle tabelle 1 e 2 seguenti e dipendono tra l’altro dalla superficie calpestabile (A) dell’unità abitativa:

64-8 tabella dotazioni livelli 1 2 3 V3Tabella 1 – Impianti a livelli: dotazioni per ambiente. Il valore indicato tra parentesi [ ] indica il numero di punti presa che possono essere spostati da un locale all’altro purché non vari la somma totale dei punti presa previsti per l’abitazione. Il valore indicato tra parentesi ( ) per cucina e cucinotto indica quanti punti presa devono essere installati sul piano cottura. Nei locali da bagno se non è previsto l’attacco per la lavatrice può essere eliminato un punto presa. Se l’ingresso è un corridoio valgono le regole del corridoio.

64-8 tabella dotazioni livelli 1 2 3 tabella 2 V3 allegato a
Tabella 2 – Impianti a livelli: dotazioni per appartamento.

Per “punto presa” la norma intende il punto di alimentazione di una o più prese all’interno di una stessa scatola. I punti presa devono essere distribuiti all’interno della stanza in maniera funzionale. I punti luci possono essere sostituiti prese comandate destinate ad alimentare apparecchi di illuminazione.

Integrazione domotica
Uno dei requisiti che caratterizzano il livello 3 è l’integrazione della domotica. La Norma CEI 64-8 richiede espressamente, per il livello domotico, la gestione come minimo 4 delle seguenti funzioni: antiintrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura (se non è prevista una gestione separata), gestione scenari (tapparelle, ecc.), controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio (UNI 9795), se non è prevista gestione separata, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.
L’elenco, che è esattamente quello riportato dal documento normativo, è esemplificativo e non esaustivo. L’utilizzo di singole funzioni domotiche può essere integrato anche nei livelli 1 e 2.

Potenza contrattuale
Gli impianti oggetto della norma devono essere dimensionati per una potenza impegnabile di almeno 3 kW, in unità abitative sino a 75 m2, e di 6 kW per superfici superiori, indipendentemente dal livello prestazionale (1,2 o 3). L’utente non è costretto a stipulare un contratto di tali potenze impegnate.
L’utente deve avere la possibilità di richiedere un successivo incremento di potenza impegnabile fino al suo massimo valore possibile, senza modificare l’impianto. Si ricorda che, a proposito di connessione alle reti di bassa tensione, il riferimento è la Norma CEI 0-21 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica”.

Interruttori differenziali
L’eventuale interruttore differenziale posto a protezione del montante deve garantire selettività totale nei confronti delle protezioni differenziali a valle. La protezione differenziale dell’impianto, per garantire continuità di servizio, deve essere suddivisa almeno tra due dispositivi. La Norma CEI 64-8 consiglia l’utilizzo di interruttori differenziali di tipo A per i circuiti che alimentano lavatrici e condizionatori fissi. Li consiglia. Non sono obbligatori. [art. 37.4.1]

Cavi, scatole, quadri e accessori
Ad eccezione di elementi precablati o prefabbricati, i cavi devono essere sfilabili qualunque sia il livello dell’impianto, per cui il diametro interno dei canali protettivi di forma circolare deve essere almeno pari ad una volta e mezza il diametro del cerchio circosrcritto al fascio di cavi che essi sono destinati a contenere, con un minimo di 16 mm, mentre per i canali a sezione diversa dalla circolare, il rapporto tra la sezione interna degli stessi e l’area della sezione retta occupata dai cavi deve essere non inferiore a 2;
Inoltre nelle cassette di derivazione deve essere lasciato libero il 20% dello spazio, una volta posati cavi e morsetti. L’entra-esci sui morsetti delle prese è ammesso solo all’interno della stessa scatola oppure tra due scatole successive indipendentemente dalla loro distanza.
La connessione sui terminali di un apparecchio di conduttori che servono alla alimentazione di altri apparecchi è ammesso solo se i terminali sono destinati a questo scopo, come per esempio per certi tipi di prese, o sono dimensionati in modo da potere ricevere la sezione totale dei conduttori da collegare, e se la corrente ammissibile sugli stessi terminali non e inferiore alla corrente di impiego del circuito a monte.
Tutti i quadri installati, per permettere successivi ampliamenti, devono essere dimensionati per il 15% in più dei moduli installati. Ad esempio, un quadro da 24 moduli dovrà avere almeno 4 spazi liberi al momento della prima installazione, un quadro da 36 moduli ne dovrà avere 6 ecc..

Altre prescrizioni particolari
Tutte le prese TV devono avere accanto almeno una presa energia. Inoltre, almeno una delle prese TV dell’intera unità immobiliare deve avere accanto la predisposizione (posa tubi e scatole) per 6 prese energia. Se in luogo della predisposizione di cui sopra, si installa un numero di punti prese equivalente questi vengono conteggiati ai fini del numero minimo di punti prese richiesti nei locali.
Almeno una delle prese energia deve essere installata in prossimità della porta, in sala, in camera da letto, in studio. L’interruttore luce di un locale deve essere installato in prossimità della porta, interno o esterno, del locale.  Il comando, situato all’interno, di punti luce esterni (balconi, terrazze, giardini) e in generale per tutti quelli non direttamente visibili, deve essere associato a una spia di segnalazione, che può essere integrata nel comando medesimo, atta a segnalare lo stato di “acceso” dell’apparecchio comandato.
Le dotazioni richieste per i singoli locali ovviamente non si applicano se non esiste il locale. [art. 37.5.1] 

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